Extremadura, Spagna: 4-8 maggio 2011

Verona Birdwatching

 

Il primo viaggio all'estero di VR BW ha avuto come destinazione l'Extremadura, in Spagna, sud ovest di Madrid, verso il Portogallo.

Regione che assolutamente può  bruciare tutte le altre mete europee per l'abbondanza di uccelli, sia come qualità che come quantità: cosa altro d'ora in poi ci soddisferà dopo aver visitato l'Extremadura?



Partiamo la sera del 4 maggio da Verona, io con funzioni di pseudo-accompagnatore, in quanto sono già stato in queste splendide terre due-tre volte, e il gruppo comprende altre 10 persone: mio figlio Giacomo, Carla Chiappisi, pure con suo figlio Eugenio, Roberto Lerco, Vittorio Fanelli, Cristiano Izzo, Fausta Lui, Ugo Monicelli, Laura Maganzini e Mick Allen.

Arrivati a Madrid Barajas con almeno un'ora di ritardo, recuperiamo per un pelo i bagagli (il trolley verde pisello di Mick ha rischiato) e prendiamo le due vetture noleggiate storcendo il naso: dovevamo avere due Multiple a sei posti, ma come temevamo abbiamo due 5+2, due Citroen C4 Picasso, quindi uno di noi si è dovuto sacrificare nell'angusto posto ricavato nel bagagliaio (ancora un grazie a Eugenio, Carla e Fausta per questo!).

Facciamo quasi d'un fiato i circa 300 Km, tutti autostradali, che separano Madrid da Trujillo, in Extremadura, nostra base operativa, arrivando verso le 03.00 del mattino, chi non dormiva vedendo anche un allocco. All'albergo (Hostal Emilia) per molti già un primo lifer sentendo una valanga di strida di STORNI NERI in un roost notturno.



La mattina del 5 maggio (cioè poche ore dopo il nostro arrivo!) non potevamo pretendere di alzarci presto. Sfrutto la cosa per capire quando albeggia: comincio più o meno a controllare verso le 5.00, ma l'alba è alle 7.00... 

Il primo canto è quello di una rondine che fa il nido lì da qualche parte nel giardino dell'hotel, ben presto ci accorgiamo della magia che ci circonda. Gli storni neri già sentiti qualche ora prima, ad esempio, sono decisamente più canori dei nostri storni. I canti di cardellini, verzellini, tortore dal collare e le urla dei rondoni comuni sono sì per noi usuali, così come anche quelli delle upupe, ma è la quantità e la facilità di sentirli che ci stupisce. Per non parlare dei GRILLAI e dei NIBBI BRUNI che ci passano sopra la testa come se fossero passeri. Passeri sì, qui belli abbondanti, e parliamo di passera europea (o oltremontana come si vuol dire).

Dopo il cafe con leche, in strada, guardando verso il centro storico di Trujllo, vediamo i grillai sorvolare decine di nidi di CICOGNA BIANCA che sbattono i loro becchi a salutare il partner.




















Lasciamo l'hotel "a fatica" e puntiamo verso nord per raggiungere una strada secondaria che ci porterà verso ovest, verso i pascoli. Ma non raggiungiamo subito questa strada perché poche centinaia di metri dall'uscita dell'abitato, ci "dobbiamo" già fermare: le RONDINI ROSSICCE, lifer per alcuni, sono un po' ovunque; c'è qualche guardabuoi e cicogna, saltimpalo, i primi di miliardi di strillozzi che vedremo in questi giorni. Poi allerto: "AVERLA MERIDIONALE!", lifer per molti; ce n'è anche una seconda.

Dopo un po' stimolo il gruppo a rientrare in auto e poco dopo imbocchiamo la strada verso ovest, verso Monroy.

Ben presto rinunceremo alla fretta e quindi a puntare nelle specie mattiniere: facciamo infatti 20 Km in 5 ore! Frutto delle frequenti fermate d'obbligo nelle dehesas che stiamo attraversando. Già, d'obbligo, perché gli uccelli qui sono tantissimi e le osservazioni si susseguono.

Non solo gli strillozzi sono miliardi, ma tante anche le upupe. E le cappellacce! E poi ci sono anche le CAPPELLACCE DI TEKLA (lifer per molti e bello spunto di discussione identificativa), le CALANDRELLE, le CALANDRE (altro lifer per molti). Anche le averle meridionali sono numerose e questo vale anche per le CAPIROSSE. I nibbi bruni cominceremo a non contarli più. Quindi ecco le prime GAZZE ALIAZZURRE, assai schive, che all'inizio faranno penare proprio chi più desidera di vederle. Così come i CUCULI DAL CIUFFO, altro lifer per molti, che volano di albero in albero ma che si fanno anche osservare in bella vista.

I nidi di cicogna bianca sono moltissimi, alcuni in posti impensabili, su alberi, su ruderi, persino su un acquedotto romano... I becchi sono nacchere (of course), i piccoli nei nidi sono evidentemente di età diverse tra loro...


Altri gruppi di birders che incontriamo per strada ci chiedono se per noi è il primo giorno. A nostra risposta affermativa loro aggiungono "si vede"... Ci abitueremo a tanta grazia?

A tutti i rapaci che vediamo ad esempio? Come il BIANCONE; il NIBBIO REALE, le numerose ALBANELLE MINORI in giochi e passaggi di preda, i primi GRIFONi, le prime AQUILE MINORI, i primi AVVOLTOI MONACI... (inutile dire: lifers per molti). E che dire di una ALBANELLA PALLIDA che qui in Spagna non è affatto comune e ci ha creato un bel po' di confusione...


Specie affascinanti come i gruccioni passano con tutto questo bendidio per forza di cose in secondo piano... 

Tra i piccoli passeriformi incontriamo qualche canapino comune, l'occhiocotto e anche un beccafico. Sulle rocce si fa vedere la prima PERNICE ROSSA.

Mentre Mick comincia a manifestare una certa "avversione" verso gli innumerevoli strillozzi, Laura non riesce più a trovare sinonimi a "è bellissimo", "ma è meraviglioso", "fantastico", "mamma che bello!" talora emettendo un flebile "ohhhhh", Vittorio sembra quasi abbacchiato, in una vertigine da lifers da osservazioni spettacolari, quasi vergognandosi per il gran numero di lifers non so se perché in poche ore o in pochi Km... Tanto "confuso" da votare la pernice rossa come specie più emozionante. Al che Cris, a sua volta in estasi da rapaci, non può esimersi dal suggerirgli "Vittò, fatti una riga!"


Proseguiamo un po' più celermente contattando continuamente centinaia di uccelli, decine di specie. A Monroy beviamo una cerveza nell'unico bar, tra decine di nidi di chiassose cicogne e ampia colonia di balestrucci. Destiamo la simpatia di un indigeno, che con inaspettata disponibilità in bicicletta ci accompagna in un sito privato, un barranco dove, ci spiega in uno spagnolo che ovviamente mi adatto a comprendere assai bene, lo scorso anno hanno nidificato alimoche e cigüeña nigra! Muy Bien!

Ci lascia lì a gironzolare raccomandandosi di non cadere di sotto; poco dopo vediamo CAPOVACCAIO e anche CICOGNA NERA. Di questa Cris e Vittorio individuano anche il nido. Entrambi lifers per molti, la cicogna nera una delle bestie nere di Mick. Li vedremo volteggiare non molto più in alto delle nostre teste, con grifoni, nibbi, aquile minori, bianconi, ... Una goduria. Nel barranco anche averle capirosse, fanelli, i primi PASSERI SOLITARI (maschio e femmina con imbeccata) per cui Ugo grida "lifer". Ringraziamo la nostra buena suerte e il nostro amigo!


La zona di Monroy è famosa per il nibbio bianco. Lo aspettiamo invece invano e questo rapace si rivelerà nel viaggio come una specie di bestia nera...

Tra cento stop and go per avvistamenti vari, tra questi una bella colonia di PASSERE SARDE, raggiungiamo tornando verso est il Parco del Monfragüe e ci fermiamo al Castillo sopra il fiume Tago. 

E' quasi sera, siamo in giro da ore, la notte prima abbiamo fatto un viaggio faticoso e abbiamo riposato solo qualche ora. Cris va in crisi. Ma solo per qualche minuto: a rimetterlo in forma e a destarci bastano il panorama mozzafiato dalla cima del Castillo verso il Peñafalcon e il fiume Tago da una parte, verso le dehesas dell'Extremadura dove eravamo al mattino dall'altra. Guardare i grifoni e i monaci dall'alto in basso è un'emozione, vederli passare sotto il naso è qualcosa di indimenticabile. Senza dimenticare che tutto intorno tra balestrucci e rondini montane ci sono anche tante rondini rossicce. E tra tanti rondoni comuni, cerchiamo il... "RONDONE CAFRO!" grida qualcuno e man mano lo vediamo tutti. Anche chi soffre di vertigini abbandona ogni titubanza. E' un lifer anche per me e Roberto, che qui in Extremadura siam già stati.

Le pacche sulle spalle continuano anche al bar di Torrejon El Rubio, la porta sud del parco, dove ci ricordiamo che in Spagna cicche e carte al bar si buttano per terra! Tra patatine, gelati e cervezas ritempriamo le nostre forze.


Tanto ritemprati che la lunga giornata e il viaggio della notte precedente sono quasi dimenticati e, a parte Ugo e Laura che preferiscono un po' di riposo in albergo, decidiamo per un'ulteriore "sforzo"... D'altronde sono solo le 9 di sera, la cena qui si fa più tardi...


Belèn è un piccolo pueblo vicino a Trujllo: subito a nord est si aprono i pascoli, quasi tutti "coto de caza", che ospitano alcune delle specie più ambite dal gruppo.

Dopo una quaglia in canto, e a parte i soliti miliardi di strillozzi e allodole delle 4 specie, ecco il primo OCCHIONE. I grillai si rincorrono, le cicogne pascolano in tranquillità tra le mucche, qualche nibbio è ancora in giro. Civette sulle rocce affioranti. Una volpe.

Cerca che ti ricerca becco una GALLINA PRATAIOLA. Poi è Mick che chiede di controllare col cannocchiale un puntino laggiù: un maschio di OTARDA. La stanchezza se ne va sempre più! Roberto scova un'altra otarda e qualche altra gallina si mostra saltando su qualche pietrona. Inutile dire che per molti di noi questi sono tutti lifers.

Torniamo all'hotel e ceniamo abbondantemente indovinando il menu in spagnolo... Lenticchie e chorizo, calamaros, cerveza.


Che facciamo? Proviamo i notturni? No, stasera no, và... stasera brandy.



Per la mattina del 6 maggio abbiam deciso: siam freschi come rose, quindi prima si va a fare un po' di birdwatching e poi si fa colazione.

Eccoci quindi uscire col buio. Torniamo a Belèn per le primi luci dell'alba.

Adesso anche Ugo e Laura possono godersi i salti delle GALLINE PRATAIOLE che vocalizzano buffamente, le parate dei maschi di OTARDA, comunque belli elusivi (belli distanti). Strillozzi e cappellacce? sì ci sono ancora, centinaia, certo. Anche CALANDRE, una posta a un metro dalle auto, calandrelle e TEKLA. Ancora OCCHIONE. I primi nibbi bruni, i GRILLAI...

I tempi restan stretti, dobbiam tornare all'albergo. Mentre faccio manovra, due galline prataiole prendono il volo, fanno un largo giro e ci passano proprio sopra la testa, a salutare, ovvio.


Dopo colazione, giretto in centro a Trujillo a vedere GRILLAI, STORNI NERI, cicogne ai nidi, taccole, passeri e il panorama dall'alto.

Oggi si torna al Monfragüe per fare il percorso classico lungo il Tago. Fingendo di non vedere AQUILE MINORI, MONACI, grifoni e bianconi lungo la strada, arriviamo al Monfragüe, lasciamo a destra il Castillo dove siam stati ieri sera e subito dopo arriviamo al Tago, in un canyon dominato da una roccia il Peñafalcon, colonizzato da un'ampio numero di coppie di grifoni nidificanti. Il punto è un po' a strapiombo tanto che è chiamato il Salto del Gitano.

I nostri occhi seguono un po' tutto. Grande spettacolo di avvoltoi. Un singolo CAPOVACCAIO, qualche monaco qua e là mentre tantissimi sono i grifoni. Sul Peñafalcon vediamo diversi nidi con piccoli alcuni grandicelli alcuni meno. I genitori arrivano col materiale per rinforzare il nido oppure per il cibo, con la testa rossa sporca di sangue. Un grifone ha una marcatura alare, deve essere un grifone valenciano. Inutile dire che gli "ohhhh" si sprecano...

Teniamo gli occhi aperti perché stiamo aspettando chi non si fa neanche aspettare poi tanto, l'AQUILA IMPERIALE SPAGNOLA che ci sorvolerà un paio di volte. Sì, certo, lifer per molti... Anche qualche NIBBIO REALE si fa vedere.

Bassa verso il Tago una coppia di CICOGNE NERE, ha fatto il nido, ci sono 4 nidiacei, assistiamo al cambio tra i partner, con nutrimento dei piccoli. Un'altra coppia sta invece più in alto, tra i grifoni.

Mentre sentiamo più volte lo scricciolo e il rampichino comune, sulle rocce davanti a noi danno bello spettacolo di colori e canti passero solitario e zigolo muciatto. Sulla stesa roccetta si alternano lo zigolo, il passero solitario, il codirosso spazzacamino, poi una forma ben più ingombrante, un GRIFONE, lì a una decina di metri da noi.

In volo con le rondini montane molte ancora le RONDINI ROSSICCE che si posano su un "secco" per la gioia dei fotografi, così come un fringuello, in canto su un ramo a 4-5 m dalle nostre ottiche.


Pausa pranzo al centro del parco, Villareal de San Carlos, tra passeri, rondini, cappellacce, rane, gadget, scherzi e cafè! Intorno fiori di cisto ovunque, in cielo i soliti avvoltoi.


La sosta successiva al Mirador de la Trajadilla prevedeva di osservare i capovaccai al nido, ma stranamente non li vediamo, qui li avevo sempre visti. Ci sono grifoni e monaci oltre alle GAZZE ALIAZZURRE tra i tavolini. Una probabile monachella non si fa meglio vedere da Mick.

Per strada oltre all'occhiocotto si fa ben sentire e anche vedere la STERPAZZOLINA, lifer per alcuni di noi.


Ci spostiamo un po' più a nord incontrando altri rapaci, tra questi ancora avvoltoi monaci e una bella coppia di bianconi in evoluzione. Mentre un fringuello fa un call piuttosto atipico, dall'altra parte del Tiètar (un affluente del Tago) si fa vedere un cervo, e dalla nostra parte, tra le panche del Mirador de la Bascula, una bella lucertola ocellata.


Arriviamo quindi alla Portilla del Tiètar, l'uscita dal parco, sito dove nidifica (e dove ho visto in passato) il gufo reale. Vediamo una bella colonia di grifoni, ma anche CAPOVACCAIO in volo e posato, quindi pernice rossa, passero solitario, sentiamo gli unici pettirosso e capinera del viaggio.


Decidiamo di non aspettare ore propizie per il gufo e di proseguire verso nord, uscendo dal parco e passando per altre dehesas dove vediamo colonie di gruccioni e di topini, gazze aliazzurre ed averle, nibbi bruni posati anche in prossimità dell'auto, incontriamo anche lo zigolo nero e qualche strana allucinazione come il "torcicollo gigante" e il "merlo indiano".


Puntiamo a un'altra zona buona, verso Plasencia, per cercare la bestia nera... Dopo un po' di ricerche purtroppo solo Cristiano e Roberto avranno una fugace osservazione di un NIBBIO BIANCO in volo. Ulteriore attesa non ci porterà a beccare il nibbio. Anche qui comunque AVERLA MERIDIONALE, calandrella, calandra, grillai, cicogne, albanelle minori...


Torniamo all'hotel.


Dopo cena, verso le 23.30 solo io, Mick, Fausta, Vittorio e Giacomo decidiamo di uscire nuovamente, gli altri preferiscono riposare.

Prendiamo la strada verso Caceres e quindi Santa Marta de Magasca. Sulla strada ci fermiamo quasi subito e facilmente sentiamo i canti di tottavilla, usignolo, assiolo, civetta, il "pìììo" di un giovane di gufo comune e soprattutto di alcuni SUCCIACAPRE COLLOROSSO, lifer anche per me :-) Ritorno in hotel verso le 01.00.



7 maggio. All'alba alcuni di noi tornano a Belèn, dove vedono nuovamente le danze di GALLINE PRATAIOLE e OTARDE, oltre alle "solite" specie dei pascoli.


Dopo colazione partiamo per la stessa strada fatta per cercare il succiacapre, cioè verso Santa Marta de Magasca. Questa è un'altra zona a pascoli ottima per galline prataiole e otarde che vedremo anche più vicine che a Belèn. Cappellacce e strillozzi insistenti, TEKLA presenti, calandrelle sulla testa, CALANDRE a sorvolare le otarde... Finalmente ecco prima 3-4 poi un gruppetto di GRANDULE che alzandosi in volo si mostra e fa sentire il suo tipico gorgheggio. Il gruppetto si unisce a un altro e a un altro ancora, se non erro Mick ne conta una cinquantina.


Ormai siamo avvezzi alle decine di nibbi bruni, al nibbio reale, a decine di grifoni, parecchi AVVOLTOI MONACI e AQUILE MINORI, bianconi, albanelle minori, poiane. E AVERLE MERIDIONALI e capirosse e GAZZE ALIAZZURRE e gruccioni e upupe e cicogne...

Puntando verso Caceres la strada è accompagnata da pali telegrafici che ospitano cassette nido occupate da STORNI NERI o GRILLAI. Ma sui fili ecco un'altro dei nostri target odierni, la GHIANDAIA MARINA, e poi un'altra, e un'altra ancora, ...


La strada ci fa giungere a Caceres che aggiriamo e puntiamo verso nord, verso altri pascoli sorvolati da rapaci che guardiamo sempre con un certo interesse. Su di noi ogni tanto qualche piovasco.

La strada attraversa a un certo punto il Rio Almonte. Ci fermiamo qui a mangiare un sandwich col mitico chorizo, con RONDINE ROSSICCIA e montana, PERNICE ROSSA, PASSERO SOLITARIO, nibbi, avvoltoi, STERPAZZOLINA, rondone maggiore...


Proseguiamo poi verso Talavan e il suo embalse, cioè un bacino d'acqua con zone a canneto, famoso d'ora in poi perché qui Cristiano perde il suo amato berretto! Già!

Sentiamo beccamoschino e cannareccione, vediamo una famiglia di germani e di tuffetti, lo svasso maggiore, la canapiglia. Girando intorno all'embalse vediamo bene due fraticelli e una PERNICE DI MARE, forse 3-4 più distanti, altro lifer per alcuni. L'Embalse de Talavan è un'oasi dotata di capanni di osservazione che le cicogne hanno usato come appoggio per il loro nido! Impossibile usarli, quindi, per il disturbo... e per l'olezzo!


Da Talavan torniamo a Monroy, pausa cafè/cerveza. Notiamo che i nidi di cicogna presenti sul castillo locale sono quasi spariti, probabilmente per il fortunale della notte. Facciamo un lungo tentativo a cercare (inutilmente) il nibbio bianco attorno a Monroy e verso Torrejon El Rubio. Ci destiamo per una CICOGNA NERA, qualche gazza aliazzurre meno elusiva, qualche cervo nascosto tra i fiori...


Decidiamo quindi di passare l'ultima sera in relax. Torniamo quindi a fare una visita al castillo di Trujillo, tra i soliti grillai e i rondoni, tutti comuni. Questa sera ceneremo qui in centro, nella piazza principale, come musica le "nacchere" dei becchi delle cicogne...



L'8 maggio è il giorno di ricaricare le valigie in auto e cominciare a tornare.

Dopo il breakfast salutiamo GRILLAI, STORNI NERI, cicogne locali. Mentre noi stiamo per partire, tornano dai festeggiamenti durati tutta la notte alcuni ragazzi vestiti in ghingheri che non potevano esimersi da farsi fotografare con Fausta, Laura e Carla.


Strappiamo a fatica le tre "squinzie" agli indigeni e prendiamo l'autostrada, puntando ancora una volta a cercare il nibbio bianco, di nuovo verso Plasencia, di nuovo inutilmente... Oltre alle allodole canta anche un canapino comune. Nibbi bruni sempre in abbondanza.


Riprendiamo l'auto verso la nostra ultima tappa, l'Embalse de Arrocampo, un bacino d'acqua creato per raffreddare al vicina centrale nucleare. La zona "rinaturalizzata" ospita una specie assai gradita, a pochi metri dal parcheggio: il POLLO SULTANO, che sentiamo prima di vedere, spesso infrattato tra le canne, ma che possiamo dire di aver gustato per benino. In volo anche falco di palude, airone rosso e tarabusino, mentre cantano cannareccione, cannaiola e SALCIAIOLA. Anche qui si fan vedere AQUILE MINORI e AVVOLTOI MONACI, comuni le RONDINI ROSSICCE.


Pausa pranzo con el jamon serrano y el lomo. Quindi torniamo verso Madrid vedendo anche nibbio reale e biancone. All'areoporto di Barajas un passero europeo bersaglia le nostre auto. In realtà si sta mangiando gli insetti spiaccicati sulla targa!


Rientro su Bergamo e bus riservato per Verona. Un pensiero al povero Roberto che ha fatto meno lifers di me...


Lunedì mattina cieli vuoti e silenziosi.


                                                                                                                                                                        maudoc

Bastano così pochi giorni per abituarsi a qualcosa di così diverso?

Forse l'intensità con cui abbiamo vissuto tutto ciò e la nostra particolare sensibilità verso ciò che è natura ci hanno aiutato ad immergerci totalmente in questa meravigliosa regione.

Un grande GRAZIE a chi ci ha portato fin là sapendo di farci felici e con la solita esperienza ed energia contagiosa ci ha guidato in quei luoghi.

Non vorrei dilungarmi ma oltre ad una gran lista di splendidi uccelli e panorami che a volte mi hanno commosso per la loro bellezza, mi son portata a casa, GRAZIE A TUTTI VOI, un senso di grande amicizia, serenità e allegria. Aggiungo poi la gioia per aver sentito mio figlio così preso dal bw, dai luoghi e dalle persone e per avergli regalato una così bella esperienza.


                                                                                                                                                                            Carla